In Francia come in Italia è acceso il dibattito sulle medicine non convenzionali e sulla professionalità degli operatori, in questo articolovediamo una chiara e motivata difesa del diritto alla scelta di cura per i cittadini e dell'utilizzo delle tenciche della Medicina Tradizionale Cinese per operatori non medici:
http://osmcmedecinechinoise.blogspot.fr/2013/10/normal-0-21-false-false-false-fr-ja-x.html
In questa pagina le notizie del MONDONUOVO per imparare a vivere in maniera migliore e creativa
giovedì 14 novembre 2013
venerdì 12 luglio 2013
GIU' LE MANI DALL'AGOPUNTURA
Sempre più persone si sono rivolte in questi anni alle medicine non convenzionali (agopuntura, omeopatia, medicina ayurvedica) ed è anche per questo che la classe medica ha sollecitato una legge per far si che l'Agopuntura e l'Omeopatia possano essere di esclusiva pratica medica. Noi chiediamo che l'accordo stato regioni per le MNC del febbraio scorso venga modificato permettendo che anche coloro che non hanno una formazione medica possano, attraverso un iter formativo adeguato, poter esercitare l'agopuntura, proprio come è sancito e legiferato in numerosi altri paesi europei e mondiali.
FIRMA LA PETIZIONE SU: http://www.avaaz.org/it/petition/GIU_LE_MANI_DALLAGOPUNTURA/?fghiKdb&pv=1
Perché è importante
Fino ad oggi nessuna legge ha
regolamentarizzato le medicine non convenzionali. A febbraio 2013 si è
stipulato un accordo Stato Regioni
(http://www.unificata.it/dettaglioDoc.asp?idprov=11625&iddoc=39735&tipodoc=2&CONF=)
dove si sancisce che l'agopuntura è una tecnica ad uso esclusivo
medico. Tale accordo va contro le altre normative di altri paesi, dove
l'agopuntura è molto diffusa, come gli Usa, l'Inghilterra, il Canada, la
Francia. In tali paesi l'agopuntura può essere esercitata anche da non
medici, con un'opportuna ed adeguata formazione professionale. Inoltre,
molti grandi esperti di agopuntura nel mondo sono non medici. Molti
giovani neodiplomati ad esempio potrebbero iscriversi ad una scuola di
Agopuntura e, nel giro di tre anni, avere buone conoscenza per poter
avviare la propria libera professione creando cosi nuovi posti di
lavoro. Lasciando l'agopuntura in mano esclusiva ai medici sarebbero
escluse molte persone appassionate che si troverebbero costrette ad
emigrare per poter esercitare il proprio mestiere. Inoltre, oggi in
Italia esistono molti agopuntori non medici che hanno concluso il
proprio percorso formativo (poichè non esisteva nessuna legge che
vietasse l'agopuntura ai non medici) e, con questo provvedimento si
ritroverrebbero ad essere fuorilegge.
lunedì 10 giugno 2013
Amore e Solitudine - OSHO
Puoi
essere preso da un amore profondo e tuttavia essere solo. Di fatto
solo se sei preso da un amore profondo puoi essere solo.
La profondità dell'amore crea un oceano intorno a te, un oceano profondo e tu diventi un'isola, sei completamente solo.
Certo,
l'oceano continua a flagellare le tue sponde con le sue ondate, ma più
l'oceano si infrange sulle tue sponde con le sue ondate e più tu sei
integrato, radicato, centrato.
L'amore ha valore soltanto quando ti da la solitudine. Ti da lo spazio sufficiente per restare solo.
Ma tu hai un'idea dell'amore e quest'idea ti crea turbamento – non l'amore in sé ma l'idea dell'amore.
L'idea è che, in amore, gli amanti scompaiano una nell'altro, si dissolvano una nell'altra.
Certo,
esistono momenti in cui accade, ma qui sta la bellezza della vita e di
tutto ciò che è esistenziale: se gli amanti si dissolvono uno
nell'altra, avranno momenti in cui saranno molto consapevoli, molto
attenti. Quel dissolversi non è una specie di ubriacatura, quel
dissolversi non è inconscio.
Porta
con sé una grande coscienza, sprigiona una grande consapevolezza. Da
un lato essi si dissolvono – dall'altro essi vedono per la prima volta
la bellezza totale di essere soli. L'altro definisce te e la tua
solitudine, tu definisci l'altro. Ed essi sono vicendevolmente grati.
Grazie all'altro sei riuscito a vedere il tuo sé, l'altro è diventato
uno specchio nel quale ti rifletti. Gli amanti sono specchi l'uno per
l'altro. L'amore ti rende consapevole del tuo volto originale.
Di
conseguenza sembra assai contraddittorio, paradossale affermare che
l'amore porta con sé la solitudine. Tu avevi sempre pensato che l'amore
portasse con sé le vicinanza con l'altro. Non dico che non porti con
sé l'intimità con l'altro, ma a meno che tu non sappia stare solo non
puoi stare con l'altro. Chi sta insieme? Per essere insieme bisogna
essere in due, bisogna essere due persone indipendenti. Lo stare insieme
sarà ricco, infinitamente ricco se entrambe le persone sono
completamente indipendenti.
Se
sono dipendenti uno dall'altro non è un rapporto – è una schiavitù una
limitazione. Se sono dipendenti l'uno dall'altro, attaccati,
possessivi, se non si permettono a vicenda di essere soli, se non si
concedono a vicenda lo spazio necessario per crescere, sono due nemici
non due amanti; sono distruttivi uno per l'altro, non si aiutano a
vicenda per trovare ciascuno la propria anima, il proprio essere.
Che amore è mai questo?
Può
essere soltanto paura di stare soli, perciò si aggrappano l'una
all'altro. Ma l'amore vero non conosce la paura. L'amore vero rende
capace di star solo, completamente solo e da questa solitudine
germoglia il rapporto.
Kahlil
Gibran dice: due amanti sono come due colonne di un tempio –
sostengono lo stesso tetto, ma sono separati: sono insieme nel
sostenere lo stesso tetto ma sono separati per quanto concerne il
proprio essere.
Siate
come due colonne di un tempio, sostenete lo stesso tempio di amore, ma
ciascuno radicato nel proprio essere, non distolto dal proprio essere.
Allora conoscerete entrambi la bellezza, la purezza, la nitidezza, la
salute e l'interezza della solitudine e conoscerete anche la gioia, la
danza, la musica dell'essere insieme.
Qualcuno
suona un “a solo” col proprio strumento: è bello un “a solo” di flauto
– è bellissimo. È altrettanto bello udire un'orchestra che suona.
L'amore ti fa conoscere entrambe le cose contemporaneamente: sai come
suonare un “a solo” di flauto e sai anche come entrare in sintonia, in
armonia con l'altro.
Nella
realtà non c'è contraddizione – la contraddizione appare soltanto
perchè tu hai una certa idea. Lascia perdere l'idea e allora dov'è la
confusione? La confusione deriva soltanto dalle conclusioni
prefabbricate e quindi la vita ti appare qualcos'altro da ciò che è,
sei confuso. Piuttosto che tentare di schematizzare la vita, lascia
perdere le tue conclusioni.
Non
agire mai partendo dalle conclusioni! Continuo a ripetervelo ogni
giorno: non agite mai in base a ciò che sapete, sapere significa
prevedere le conclusioni e tutte le conclusioni le avete prese in
prestito. La vita è talmente vasta da non poter essere condensata in
una conclusione. Ogni conclusione è parziale e ogni volta che la parte
proclama di essere l'intero crea una sorta di fanatismo, di ortodossia:
crea una mente stupida ed ottusa.
Osho – La saggezza dell'innocenza (Universale Economica Feltrinelli)
un altro punto a favore della Craniosacrale
La craniosacrale: una delle terapie che ha permesso il recupero fisico dei biancocelesti
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – La Lazio di Petkovic ha ottenuto la vittoria di Coppa Italia in campo e fuori. La prevenzione degli infortuni muscolari era un obiettivo a centrare e la Lazio ce l’ha fatta. Come? Lo svela “Il corriere dello sport”: la terapia craniosacrale, un trattamento di rigenerazione e di recupero psicofisico che ha favorito lo smaltimento delle fatiche, dello stress accumulato giocando ogni tre giorni. La craniosacrale, attraverso manipolazioni, viene eseguita due giorni prima delle partite e due giorni dopo, i giocatori biancocelesti hanno tratto giovamento dalla metodologia. Lo staff tecnico di Petkovic, attraverso macchinari specifici, ha monitorato lo stato metabolico della squadra, l’ha tenuto costantemente sotto osservazione, così è stato facile individuare i calciatori più stanchi, per loro sono state decise precise tabelle di recupero e di lavoro. La craniosacrale è stata applicata per il primo anno e ha prodotto effetti benefici, il recupero fisico è stato fondamentale per affrontare le 57 partite stagionali. Un metodo funzionante, voluto dal dott. Giuseppe Ruggero che vale quanto una vittoria in campo
mercoledì 17 aprile 2013
un altro caso
Il caso che riporto di seguito è
davvero particolare, in questi anni di attività è la terza volta
che mi accade una regressione di questo tipo. Sinceramente non so se
sia la memoria di una vita precedente anche se sembra che tutte le
memorie riportate abbiano un particolare carattere di chiarezza e di
precisione che non le fa sembrare sogni o immagini. In questo caso le
memorie appartengono ad una vita recente, vissuta nella stessa
famiglia della persona che ha fatto l'esperienza e le informazioni
avute da Silvia dai genitori sembrerebbero confermare i ricordi
apparsi durante la sessione.
Quello che è certo è che tali
“ricordi” sono collegati a schemi di movimento e a restrizioni
traumatiche che hanno trovato risoluzione con l'emersione degli
stessi.
SILVIA
Quando arriva, S. ha già fatto
parecchio lavoro, sessioni di Riberthing, costellazioni familiari e
non so cos'altro.
Sente il beneficio di tutto questo
lavoro ed è desiderosa di esplorarsi e di andare sempre più in
profondità.
Sente che ci sono ancora dei punti da
risolvere nel rapporto coi suoi genitori e nel rapporto col suo
attuale compagno.
I primi incontri ci servono per
inquadrare la sua situazione e le sue necessità, lavoriamo sul suo
sentirsi inadeguata e con le sue reazioni eccessivamente aggressive.
Poi decidiamo di dedicare qualche
incontro esclusivamente al craniosacrale per un problema di tinnito
che la infastidisce.
Dopo le prime due sessioni dedicate
alle fasce del collo e del viscerocranio si presenta uno schema di
movimento lungo la colonna con fulcro nel bacino.
Nella sessione successiva sono
sufficienti pochi minuti di ascolto del diaframma per far
ripresentare lo stesso schema, sono movimenti a scatti con una spinta
verso i piedi, è una dinamica che ricorda un processo di nascita.
Decido allora di vedere se è un trauma
di parto che si sta presentando, creo una barriera ai piedi in modo
che S. possa spingere. Lei accetta subito l'invito, prende la
posizione fetale e io l'aiuto formando un involucro con una coperta e
col mio corpo. Durante il processo si forma una domanda nella mia
mente che si fa strada a forza nella coscienza: “che ne è stato di
tuo fratello?” non so da cosa sia determinata, non abbiamo mai
parlato di fratelli, forse c'era un gemello in utero?
S. porta a termine il processo di
nascita, sembra trasformata, è radiante energia e luminosità anche
se abbastanza scombussolata. Condivido con lei la sensazione sulla
domanda che mi viene da farle anche se non so il significato del
pensiero che mi è venuto. La sua risposta è “la nonna (si
riferisce probabilmente alla mamma) si è mangiata un bambino” il
significato non è chiaro: un embrione che non si è sviluppato ed è
stato riassorbito? Un aborto nella storia familiare?
Alla fine della seduta S. ha nette
queste sensazioni, innanzitutto di non voler nascere, di essere molto
arrabbiata perchè si è sentita costretta alla nascita “ero così
arrabbiata che non ho parlato per tre anni” ricorda inoltre di
essere nata con la coda e che quel movimento della schiena le ha
liberato le sensazioni di un codino che ora le sembra libero di
muoversi.
La sera mi invia questo messaggio.
“Cavolo come mi sento bene! Spero
continui questo benessere!...”
La sessione successiva è dopo 2
settimane il tema che porta in sessione è la sua necessità di
indipendenza economica nei confronti del compagno, ha bisogno di
sentirsi libera e capace di sostenersi da sola. Iniziamo la sessione
con l'ascolto del diaframma respiratorio e dopo pochi minuti si
ripresenta lo schema dell'incontro precedente con contrazioni che
partono dal bacino, le contrazioni sembrano più nette e a scatti
della volta prima. Sono abbastanza sorpreso, pensavo che il processo
così intenso dell'incontro precedente avesse risolto questo schema.
Seguo le contrazioni che aumentano di
intensità e a un certo punto decido di bloccare il bacino;
all'inizio S. cerca di scaricare la tensione che si accumula verso le
gambe scalciando, poi diventa completamente rigida si aggrappa a me e
lancia un urlo strozzato. Con le mani sembra che voglia respingermi
e nello stesso tempo che si stia aggrappando e che mi voglia
trattenere. Una reazione così forte per un movimento che parte dal
bacino mi fa pensare al riemergere di una memoria di abuso sessuale,
ma mi sbaglio.
S. sembra più calma ma continua a
contrarsi con spasmi che sembrano spastici. Provo a chiederle cosa
stia succedendo. “Sono su una sedia a rotelle” mi risponde “lei
mi picchia con un bastone, è grossa, con un gran culone. Io non
posso muovermi né urlare.”
Ora sembra rilassarsi ma dopo qualche
minuto ricomincia ad agitarsi. “cosa sta succedendo?” le chiedo.
“è arrivato nonno Sandro, sono
contento, lui si prende cura di me” sembra tranquilla.
La interrogo: “quanti anni hai?”.
Mi risponde: “sono un maschio, ho 15 anni” allora le chiedo se se
la sente di spostarsi nel tempo, di andare a vedere quando è nata,
mi dice che era già paralizzata che è nata così. Poi mi parla
della sua vita, è quasi sempre solo in un letto, al buio
probabilmente è un sottoscala dove lo tengono nascosto, l'unico che
si prenda cura di lui è suo fratello, “nonno Sandro”, sono gli
unici momenti di felicità. Allora le chiedo di andare al momento
della morte, mi dice che si è addormentata e si è trovata libera
dal corpo e che stava benissimo. Il racconto continua: “sono rinata
per stare con lui, con Sandro, sono bionda con i ricci e le guance
rosse perchè a lui piacciono le belle donne”. Poi mi racconta
qualcosa dei suoi genitori e di quando nonno Sandro è morto, è
disperata “adesso che senso ha questa vita? Cosa resto qui a
fare?”.
Lentamente si calma, è pacifica e
luminosa. Tutta la stanza sembra luminosa, io mi sento espanso come
se potessi contenere l'intera stanza. Finiamo la sessione. Ora L. è
nel suo normale stato di coscienza. Mi dice che comprende un sacco di
cose, che nonno Sandro è morto che aveva sei anni e che lei pensava
“come farà ora la mamma senza il suo papà?”, capisce perchè ha
sempre desiderato essere un maschio e perchè per lei era così
importante avere un fratello. Mi dice che ogni volta che vede una
sedia a rotelle, fin da quando era bambina, il suo desiderio era di
salirci sopra che lì sopra lei si sentiva al sicuro e amata. Mi dice
anche che le persone disabili le hanno sempre fatto uno strano
effetto un effetto che fino ad oggi non aveva mai compreso, le ha
sempre ritenute persone speciali, molto fortunate. Mi dice che ora
comprende il significato di un sacco di cose nella sua vita.
Ora mi sento espanso e luminoso, ho la
sensazione che abbiamo toccato qualcosa di sacro e magnifico e so che
anche S. vive la stessa sensazione.
sabato 30 marzo 2013
Kirghisia
Oggi, per caso, mi è arrivata questa lettera dalla Kirghisia, la condivido con tutti perchè io il sogno di vita condivisa ancora ce l'ho.
Da"Lettere dalla Kirghisia" di Silvano Agosti edizioni l'Immagine.
"Kirghisia, 3 luglio
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le ferie, ma per caso.
Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ognono sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permenete non è un'utopia, ma un bene reale e comune.
Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri paesi del mondo, a secoli, non riesce ad accadere.
Arrivando in Kirghisia ho avuto la sensazione di "tornare" in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perchè da sempre sognavo che esistesse.
Il mio strano "ritorno" in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente.
Per ragioni tecniche, l'aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale.
Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. le rimanenti 21 o 2o ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a sè stessi, ai propri figlie e ai propri simili.
La produttività è così triplicata, dato che una persona felice sembra essere in grado di produrre, in un giorno, più di quanto un essere sottomesso e frustrato rieca a produrre in una settimana.
In questo contesto, il concetto di "ferie" appare goffo e perfino insensato, qui dove tutto sembra organizzato per festeggiare ogni giorno della vita.
L'attuale concetto occidentale di ferie, risulta feroce, quanto la concezione stessa del lavoro, non soltanto perchè interferisce in modo profondo con il senso della libertà, ma perche ne trasforma e deforma il significato.
Nel periodo delle ferie, milioni di persone sono obbligate a divertirsi, così come nel resto dell'anno sono obbligate a lavorare senza tregua, a sognare di trovare un lavoro o a guarire dai guasti delle malattie, causate da un'attività lavorativa coatta e quotidiana.
Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l'occasione della vita.
La proposta risanatrice di questi invisibili orrori, si è risolta nello stato della Kirghisia, dove sono state realizzate una serie di riforme che in pochi anni hanno modificato le abitudini e i comportamenti dei suoi cittadini.
La corruzione politica si è azzerata pechè in questo Paese, chi appartiene all'apparato governativo, esercita il proprio ruolo in forma di "volontariato", semplicementecontinuando a mantenere per tutta la durata del mandato politico lo stesso stipendio che percepiva nella sua precedente attività. Quando ho saputo che ogni realtà politica nasce da una forma di volontariato, ho finalmente capito perchè, ogni volta che vedo un rappresentante del parlamento italiano parlare alla televisione, c'è qualcosa sul suo volto che rivela un'incolmabile lontananza da ciò che sta dicendo.
Ecco, ora mi è chiaro che chiunque abbia, come i nostri deputati occidentali, uno stipendio minimo di 40 milioni di lire al mese , non può in alcun modo essere convincente, in ciò che dice, pensa o fa.
Qui in Kirghisia, la possibilità di dedicare quotidianamente alla vita almeno mezza giornataha consentito la realizzazione di rapporti completamente nuovi tra padri e figli, tra colleghi di lavoro e vicini di casa.
Finalmente i genitori hanno il tempo di conoscersi veramente far loro e di frequentare i propri figli.
I parhi sono ogni giorno ricolmi di persone e il traffico stradale è oltre 4 volte inferiore, dato il variare degli orari di lavoro.
Le fabbriche sono in attività produttiva continua, ma chi fa i turni di notte lavora solo 2 ore.
Già al terzo anno di questa singolare esperienza è stato rilevato un fenomeno molto importante.
Il consumo di droghe, sigarette, alcoolici è diminuito in modo quasi totale e i farmaci rimangono in gran parte invenduti.
Certo, tutto ciò può sembrare incredibile a chi, come voi cari amici, è costretto a credere che l'attuale organizzazione dell'esistenza in occidente sia la sola possibile.
In Kirghisia, la gestione dello Stato, oltre a essere una forma di volontariato, si esprime in 2 governi, uno si occupa della gestione quotidiana della cosa pubblica, l'altro si occupa esclusivamente al miglioramento delle strutture.
Ho incontrato il Ministro per il Miglioramento delle Attività lavorative che ha in progetto, nel prossimo quinquennio, di ridurre ulteriormente per tutti il lavoro obbligatorio a 2ore al giorno invece delle attuali 3.
Il Ministro è convinto che solo un'umanità liberata dal lavoropossa essere vramente produttiva.
E' anche certo che si possa scoprirel'operosità del fare, solo realizzando, nel tempo libero, ciò che si desidera.
Ho fatto bene a decidere di rimanere in Kirghisia, e non me ne andrò finchè continuerò ad avere questa strana sensazione di vivere, qui, all'interno di un sogno comune.
Un abbraccio a tutti."
Da"Lettere dalla Kirghisia" di Silvano Agosti edizioni l'Immagine.
"Kirghisia, 3 luglio
non sono venuto in Kirghisia per mia volontà o per trascorrere le ferie, ma per caso.
Improvvisamente ho assistito al miracolo di una società nascente, a misura d'uomo, dove ognono sembra poter gestire il proprio destino e la serenità permenete non è un'utopia, ma un bene reale e comune.
Qui sembra essere accaduto tutto ciò che negli altri paesi del mondo, a secoli, non riesce ad accadere.
Arrivando in Kirghisia ho avuto la sensazione di "tornare" in un luogo nel quale in realtà non ero mai stato. Forse perchè da sempre sognavo che esistesse.
Il mio strano "ritorno" in questo meraviglioso Paese, è accaduto dunque casualmente.
Per ragioni tecniche, l'aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale.
Qui in Kirghisia, in ogni settore pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. le rimanenti 21 o 2o ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a sè stessi, ai propri figlie e ai propri simili.
La produttività è così triplicata, dato che una persona felice sembra essere in grado di produrre, in un giorno, più di quanto un essere sottomesso e frustrato rieca a produrre in una settimana.
In questo contesto, il concetto di "ferie" appare goffo e perfino insensato, qui dove tutto sembra organizzato per festeggiare ogni giorno della vita.
L'attuale concetto occidentale di ferie, risulta feroce, quanto la concezione stessa del lavoro, non soltanto perchè interferisce in modo profondo con il senso della libertà, ma perche ne trasforma e deforma il significato.
Nel periodo delle ferie, milioni di persone sono obbligate a divertirsi, così come nel resto dell'anno sono obbligate a lavorare senza tregua, a sognare di trovare un lavoro o a guarire dai guasti delle malattie, causate da un'attività lavorativa coatta e quotidiana.
Questo meccanismo delle otto ore di lavoro ogni giorno, produce da sempre tensioni sociali, nevrosi, depressioni, malattie e soprattutto la sensazione precisa di perdere per sempre l'occasione della vita.
La proposta risanatrice di questi invisibili orrori, si è risolta nello stato della Kirghisia, dove sono state realizzate una serie di riforme che in pochi anni hanno modificato le abitudini e i comportamenti dei suoi cittadini.
La corruzione politica si è azzerata pechè in questo Paese, chi appartiene all'apparato governativo, esercita il proprio ruolo in forma di "volontariato", semplicementecontinuando a mantenere per tutta la durata del mandato politico lo stesso stipendio che percepiva nella sua precedente attività. Quando ho saputo che ogni realtà politica nasce da una forma di volontariato, ho finalmente capito perchè, ogni volta che vedo un rappresentante del parlamento italiano parlare alla televisione, c'è qualcosa sul suo volto che rivela un'incolmabile lontananza da ciò che sta dicendo.
Ecco, ora mi è chiaro che chiunque abbia, come i nostri deputati occidentali, uno stipendio minimo di 40 milioni di lire al mese , non può in alcun modo essere convincente, in ciò che dice, pensa o fa.
Qui in Kirghisia, la possibilità di dedicare quotidianamente alla vita almeno mezza giornataha consentito la realizzazione di rapporti completamente nuovi tra padri e figli, tra colleghi di lavoro e vicini di casa.
Finalmente i genitori hanno il tempo di conoscersi veramente far loro e di frequentare i propri figli.
I parhi sono ogni giorno ricolmi di persone e il traffico stradale è oltre 4 volte inferiore, dato il variare degli orari di lavoro.
Le fabbriche sono in attività produttiva continua, ma chi fa i turni di notte lavora solo 2 ore.
Già al terzo anno di questa singolare esperienza è stato rilevato un fenomeno molto importante.
Il consumo di droghe, sigarette, alcoolici è diminuito in modo quasi totale e i farmaci rimangono in gran parte invenduti.
Certo, tutto ciò può sembrare incredibile a chi, come voi cari amici, è costretto a credere che l'attuale organizzazione dell'esistenza in occidente sia la sola possibile.
In Kirghisia, la gestione dello Stato, oltre a essere una forma di volontariato, si esprime in 2 governi, uno si occupa della gestione quotidiana della cosa pubblica, l'altro si occupa esclusivamente al miglioramento delle strutture.
Ho incontrato il Ministro per il Miglioramento delle Attività lavorative che ha in progetto, nel prossimo quinquennio, di ridurre ulteriormente per tutti il lavoro obbligatorio a 2ore al giorno invece delle attuali 3.
Il Ministro è convinto che solo un'umanità liberata dal lavoropossa essere vramente produttiva.
E' anche certo che si possa scoprirel'operosità del fare, solo realizzando, nel tempo libero, ciò che si desidera.
Ho fatto bene a decidere di rimanere in Kirghisia, e non me ne andrò finchè continuerò ad avere questa strana sensazione di vivere, qui, all'interno di un sogno comune.
Un abbraccio a tutti."
mercoledì 27 marzo 2013
un altro caso
D. è un uomo di 35 anni con fisico
possente, mi ha chiamato perchè tre giorni prima giocando col
bambino è rimasto bloccato.
Quando lo vedo mi dice che il medico
gli ha diagnosticato una forte contrattura muscolare e che ha già
fatto punture di miorilassante e di antinfiammatorio.
Il braccio destro risulta praticamente
bloccato, non può muovere la testa, stare seduto gli procura un
dolore insopportabile e anche stenderlo sul lettino si verifica
difficoltoso, lo aiuto con dei cuscini in modo che la posizione
supina non gli risulti troppo scomoda. Durante la sessione l'unica
posizione sopportabile è con le braccia alzate dietro la testa,
penso a una qualche lesione infra-costale ma al tocco non riesco a
percepire fulcri né a livello del torace, né a livello del collo,
provo a liberare il diaframma respiratorio ma con poco successo.
Il dolore è comunque troppo intenso e
D. non è in grado di rilassarsi, alla percezione ho un fulcro
sull'articolazione sacro-iliaca a destra e uno L4-L5. D. mi conferma
che è un suo punto spesso dolente. Ritengo che siano fulcri non
pertinenti al problema della contratture e mi concentro sulla parte
alta. Finisco la sessione scoraggiato, non c'è stato alcun
beneficio, evidentemente CS non può risolvere tutto.
Per tutta la mattina successiva mi
rimbalza in testa quel fulcro sulla sacro-iliaca, chiamo D. e gli
chiedo se se la sente di fare una nuova seduta.
Quando lo vedo la situazione è
identica a quella del giorno precedente, lascio perdere le spalle e
il collo e inizio a lavorare dai piedi, ancora quel campanello sulla
sacro-iliaca, bene liberiamo quello che si presenta. In pochi minuti
le gambe si distendono un pochino e decido di lavorare dal sacro,
pian o piano la colonna si mostra, resto in questa presa per quasi 30
minuti senza accorgermene.
Sento che posso accedere alla testa,
lascio libero potere all'istinto, le mani vanno direttamente in
C0-C1, è una cosa che non faccio mai senza avere prima coccolato un
po' il collo ed ascoltato bene le cervicali. La presa provoca dolore,
chiedo a D. di provare ad accettarlo un po', di provare a starci, il
collo non molla, la testa è protesa in avanti ma ora ho chiara la
percezione del braccio destro e di quel pugno serrato. D. è un
paziente nuovo, non so come reagirà di fronte a una richiesta di
rilascio emozionale, ma quel braccio urla vendetta. Gli chiedo se per
caso il giorno che si è bloccato non è successo qualcosa, se per
caso ha litigato con qualcuno, mi conferma di aver avuto una
discussione sul lavoro e che sta passando un momento terribile, gli
chiedo allora di provare a dare qualche pugno sul lettino e di
provare a dire “vaffanculo”. Se lo concede appena, all'inizio
ridendo, ma è sufficiente. In pochi istanti arriva un pianto che gli
permette di scaricare la frustrazione, sento sulle mie dita il collo
mollare. La testa può appoggiarsi nelle mie mani.
Risulta evidente in questo caso che una
emozione non metabolizzata ed espressa provoca un irrigidimento del
sistema che ha la necessità di contenerla. Accompagnare il cliente a
sentire e riconoscere quanto è bloccato sotto l'armatura muscolare
può essere la chiave per portare alla soluzione del dolore.
lunedì 18 marzo 2013
Qualche caso
Dolori inspiegabili, senso di stanchezza, irritabilità, ansia, insonnia, pianto immotivato.... sono tutti segnali di un trauma intrappolato nel corpo.
Ho deciso di pubblicare qualche caso perchè spesso questi segnali non sono letti in maniera corretta e pensiamo che la soluzione migliore sia soffocarli.
Se invece impariamo a riconoscere il trauma come un evento energetico in cui l'organismo non è stato in grado di liberarsi di un eccesso di energia incamerata ed è stato costretto a immagazzinarlo nel corpo sotto forma di tensione possimo intervenire per liberarci dal dolore e dai sinntomi correlati.
Una delle maggiori cause di trauma sono gli incidenti stradali che purtroppo lasciano complicazioni che si manifestano anche anni dopo l'evento. Quelli che presento sono casi in cui al CranioSacrale ho aggiunto altre tecniche per la liberazione emozionale, infatti CS ci permette di lavorare senza dover per forza scatenare le tensioni emotive ma trovo che utilizzare queste tecniche permetta una più veloce risoluzione e per i clienti una migliore comprensione delle dinamiche che hanno creato il disagio.
Ho deciso di pubblicare qualche caso perchè spesso questi segnali non sono letti in maniera corretta e pensiamo che la soluzione migliore sia soffocarli.
Se invece impariamo a riconoscere il trauma come un evento energetico in cui l'organismo non è stato in grado di liberarsi di un eccesso di energia incamerata ed è stato costretto a immagazzinarlo nel corpo sotto forma di tensione possimo intervenire per liberarci dal dolore e dai sinntomi correlati.
Una delle maggiori cause di trauma sono gli incidenti stradali che purtroppo lasciano complicazioni che si manifestano anche anni dopo l'evento. Quelli che presento sono casi in cui al CranioSacrale ho aggiunto altre tecniche per la liberazione emozionale, infatti CS ci permette di lavorare senza dover per forza scatenare le tensioni emotive ma trovo che utilizzare queste tecniche permetta una più veloce risoluzione e per i clienti una migliore comprensione delle dinamiche che hanno creato il disagio.
"Quando affrontiamo una sessione di CranioSacrale
dobbiamo avere ben presente che stiamo lavorando con una storia ricca
di traumi e che quanto viene trattenuto nell'organismo ha grandi
componenti emotive.
Il primo caso è quello di M. che ha
avuto un incidente di macchina 8 mesi fa, era al volante con a fianco
suo figlio e, ferma al semaforo, è stata tamponata da dietro da
un'auto che sopraggiungeva.
Al momento, oltre allo spavento e a
qualche dolore, sembrava non ci fossero particolari conseguenze.
Ora, dopo otto mesi, avverte dolore
alle spalle, al collo, senso di aver perdutola stabilità, senso di
allarme con perdita del sonno. E' arrabbiata col suo corpo perchè
era un periodo che finalmente si sentiva bene e radicata ed è
bastato un incidente da poco per farle perdere di nuovo l'equilibrio
raggiunto.
Per lei avere un corpo finalmente
libero dal dolore è essenziale in quanto le è necessario per la sua
attività.
M. è una persona che ha già fatto
molto lavoro su di sé, è insegnante di yoga, ha quindi un'ottima
capacità di contattare il corpo ed esprimere le emozioni. Abbiamo
già lavorato insieme in altre occasioni e ho quindi una intimità
col suo sistema. Possiamo quindi procedere immediatamente lavorando
sul nucleo del trauma, abbiamo a disposizione risorse sufficienti per
avvicinarci al momento del trauma senza il pericolo di rimanerne
intrappolati di nuovo.
In altro caso sarebbe stato necessario
dedicare più incontri per preparare un terreno solido su cui
lavorare.
Durante la sessione riusciamo a
contattare la rabbia che è rimasta intrappolata nel suo sistema e a
dirigerla nella giusta direzione, cioè verso la persona che ha
causato l'incidente. Può esprimere la rabbia con urla e pugni su un
cuscino. Chi l'aveva tamponata era un vecchietto, e la mente
razionale di M. non poteva accettare un'emozione così forte rivolta
contro una persona fragile, che oltre tutto si era dimostrata molto
gentile e dispiaciuta dell'accaduto.
Liberata la rabbia che era l'emozione
trattenuta di superficie abbiamo avuto accesso alla paura che è
seguita all'incidente, in auto era col figlio, quindi c'era una forte
preoccupazione che non si fosse fatto male e una forte paura che, a
seguito del tamponamento, arrivassero auto dalle vie laterali che
potessero colpirla ancora.
A questo punto la sessione si è svolta
nel rallentare i tempi dell'incidente in modo che il suo sistema
potesse scaricare l'energia assorbita, riprendere possesso del
territorio (abitacolo della macchina) assicurarsi che non fosse
accaduto nulla di grave a lei e a suo figlio, assicurarsi che le auto
che arrivavano dalle vie laterali si fossero fermate e che non c'era
più alcun pericolo.
Come ultimo passaggio della sessione le
ho fatto rivivere l'incidente ma, questa volta, trovando una
soluzione alternativa a quanto accaduto, questo ha provocato
un'esplosione di gioia ed euforia. Dopodiché, con una musica dolce,
l'ho lasciata libera di muovere il corpo nella stanza in modo che
potesse riassestare il sistema fasciale e liberare la tensione
rimasta.
La settimana successiva M. era molto
sollevata, il dolore era praticamente scomparso e il sonno stava
riprendendo il ritmo naturale, abbiamo fatto una sessione di CS per
sciogliere le tensioni residue e liberare i tessuti, soprattutto il
rachide cervicale, dagli effetti dell'incidente.
Appena ho appoggiato le mani sul collo
tutto il sistema ha iniziato ad attivarsi, con forte mobilità degli
occhi, tale attivazione è giunta inaspettata perchè pensavo di aver
liberato il sistema dal trattenuto emotivo la settimana precedente.
In pochi minuti diventava evidente che ci stavamo infilando in un
vortice traumatico di forte intensità, la sensazione era che si
stava presentando qualcosa di antico, la finalità della sessione era
però di liberare i tessuti dall'effetto dell'incidente, ho quindi
lasciato la presa e accompagnato M. nelle risorse finchè il sistema
non si è tranquillizzato.
Abbiamo quindi ripreso la sessione di
CS, ho dichiarato esplicitamente l'intento della sessione chiedendo a
M., al suo inconscio, di non rientrare in quel trauma che si era
presentato, che avremo potuto lavorare su quell'avvenimento in
seguito, quando ci saremmo sentiti pronti per farlo.
La sessione è proceduta senza altri
imprevisti.
A questo punto credo siano sufficienti
una o due sessioni di CS per restituire al sistema l'originaria
mobilità e benessere.
Alla fine ho chiesto cosa fosse
successo, mi ha risposto che era qualcosa legato al parto e si era
ricordata che la nonna le aveva detto che per aiutarla ad uscire
aveva dovuto prenderla e tirarla per la testa.
È quindi probabile che il trauma al
collo dovuto all'incidente sia stato collegato inconsciamente al
trauma di nascita avvenuto anch'esso a livello del collo e che una
volta liberato emozionalmente il primo il sistema abbia presentato il
più antico. Essenziale è per l'operatore avere ben chiaro l'intento
per non farsi trascinare in un vortice traumatico dietro l'altro, per
dare al sistema il tempo necessario e un contenitore ricco di risorse
sufficiente a dirigere la sessione."
giovedì 7 febbraio 2013
Virtù
Quali sono le virtù di un buon counselor? Cos'è che fa veramente la differenza?
Sicuramente la tecnica utilizza è
importante, una buona tecnica permette di affrontare il disagio con
uno strumento valido.
Naturalmente è importante
padroneggiare la tecnica, quindi la conoscenza e la pratica della
stessa. Una buona pratica permette di superare il protocollo e di
adattare la tecnica alla persona e non limitarsi a voler risolvere il disagio.
Il terzo elemento essenziale per essere
un buon counselor è il counselor stesso e questo va al di là della
tecnica e della conoscenza della stessa. Essere un buon counselor
significa avere un profondo contatto con sé stessi ed essere
consapevoli dell'importanza e della delicatezza del ruolo che abbiamo
scelto e che ci porta in contatto con i dolori più profondi delle
persone che si affidano a noi.
Per questo trovo che le cinque virtù
della tradizione cinese siano particolarmente adatte nell'esprimere
ciò che sento nel fare questo lavoro:
REN – LA BENEVOLENZA
“L’uomo
ren è colui che,
desiderando
aiutare se stesso,
aiuta
gli altri e desiderando sviluppare se stesso,
sviluppa
gli altri.
Essere
capaci di vedere,
trattando
con gli altri,
il
proprio sé:
questo
è praticare ren”
Ren
è Compassione, non sono separato dal resto dell'umanità, praticare
benevolenza è essere attento e bendisposto verso la mia vita e il
mio benessere.
• Ren
è fare per niente,
fare
senza aspettative di ritorno
• Ren
è fare per se stessi,
riconoscendo
il proprio bene non diverso
anzi
coincidente con il bene degli altri
• Ren
è aiutare le persone a crescere
senza
renderle dipendenti
• Ren
trova il suo valore nel fare e nell’essere
il
valore non è nel risultato esteriore
YI
– LA RETTITUDINE
Yi
è fare ciò che è giusto, è l'impegno all'integrità a prescindere
da quello che può essere il tornaconto personale.
Sento
nel cuore la giusta via e ho gli strumenti e la consapevolezza per
perseguirli.
ZHONG
– LA LEALTA'
Consapevole
dei miei limiti faccio del mio meglio, rispettoso della sensibilità
degli altri.
Leale
nei confronti di me, della mia famiglia, della società.
XIAO
– LA PIETA' FILIALE
Come
il prendersi cura di un genitore anziano con benevolenza, rispetto,
attenzione e riverenza.
La
riconoscenza per chi ha condiviso il suo sapere permettendo la nostra
crescita.
XIN
– LA FIDUCIA
Ho
fiducia in ciò che accade e nelle mie capacità, poiché agisco per
il bene ho fiducia che la mia azione avrà come effetto il bene.
L'esistenza e la malattia stessa, in quanto parte dell'esistenza,
sono benevole, ciò che si manifesta è ciò che serve in questo
momento per il disvelarsi del mio essere qui tra cielo e terra.
A
tutto questo voglio aggiungere la capacità di stupirsi per la
bellezza e la profondità di questa esistenza che si manifesta in
ogni momento e in ogni essere che la abita e che mi fa avvicinare a
questa professione con senso di riverenza e di sacralità
E
in ultimo, l'umiltà che è la consapevolezza di essere solo uno
strumento per l'evoluzione dell'essere umano e che ogni incontro è
l'opportunità per la mia evoluzione e crescita.
venerdì 11 gennaio 2013
Ansia
Proprio oggi una cliente mi diceva: "ora sto proprio bene, però ogni tanto mi viene ancora l'ansia".
Quel "però" è significativo del continuo sforzo che facciamo per escludere dalla nostra esperienza tutta una serie di sensazioni ed emozioni che sono d'altra parte assolutamente fisiologiche.
Restiamo nell'ambito dell'ansia; non è certamente una sensazione piacevole, col tempo abbiamo imparato tutta una serie di strategie per sentirla il meno possibile, ad esempio fumarsi una sigaretta, bersi un bicchiere, telefonare a qualcuno, andare a comprarsi qualcosa eccetera. Se proprio non riusciamo ad evitarla abbiamo a disposizione una quantità di medicinali che ci permettono di escludere questa sensazione dalla nostra coscienza.
Se comprendiamo che l'ansia ha delle funzioni precise per il nostro organismo, ad esempio è un sistema di allarme che ci avverte che qualcosa di sconosciuto e potenzialmente pericoloso è entrato nella nostra sfera percettiva, capiamo anche la necessità del nostro organismo di reagire a questa esclusione alzando il livello. E' come se ci sforziamo di non sentire l'allarme della sveglia e l'organismo per farsi sentire cerca di alzare il volume e di suonare sempre più spesso. E' un circolo vizioso da cui è difficile uscire anche perchè mancano spesso gli strumenti necessari per farlo.
Ecco che il counseling Olistico può offrire validi strumenti per rompere questo circolo distruttivo, innanzitutto aiutandoci a cambiare il nostro atteggiamento verso una sensazione spiacevole, imparando ad osservarla invece che a sfuggirla. Poter osservare lo spazio interiore non scegliendo le sensazioni da provare o da evitare ci permette di liberarci dalla necessità di sfuggire a qualcosa di sconosciuto lasciandoci a disposizione l'energia e il distacco necessari per accogliere la realtà che ci circonda.
Imparare ad utilizzare la nostra ansia per lo scopo per cui ci è stata data ci permette di trasformare quello che normalmente viene vissuto come un limite o un ostacolo in una risorsa che ci aiuta a vivere meglio e a capire con più precisione il significato di quanto ci accade.
Per tornare alla mia cliente è quindi un bene che ogni tanto senta l'ansia, il sistema di allarme funziona! Adesso che sentiamo la sirena possiamo occuparci di cosa l'ha fatta scattare.
sabato 5 gennaio 2013
meditazione Tonglen in Ospedale
Finalmente ci arriviamo anche in Italia:
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2013/5-gennaio-2013/al-bellaria-si-sperimenta-meditazione-tibetana-2113417565704.shtml
http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2013/5-gennaio-2013/al-bellaria-si-sperimenta-meditazione-tibetana-2113417565704.shtml
Cerchio Sacro
Domenica 10 FEBBRAIO, un nuovo appuntamento con il Cerchio Sacro.
Ci capita spesso di sentirci fuori
sincrono:
pensieri, sensazioni, emozioni non
lavorano in un'unica direzione, ci sentiamo appesantiti, confusi,
insicuri, svogliati, a volte un po' depressi. A volte abbiamo la
sensazione di dover correre sempre dietro agli eventi e di non avere
mai il tempo per fermarci un momento.
Siamo proprio come uno strumento che
stona.
Il Cerchio Sacro è l'occasione per
riaccordare il nostro strumento interiore.
Iniziamo la mattina con la Dinamica
di Osho, una tecnica che ci permette di liberare le energie
compresse e di ritrovare la nostra vitalità infantile.
Avremo poi il tempo per la colazione ed
inizieremo le tecniche di sincronizzazione:
Tonglen che mette in relazione
il cuore con tutti gli organi in modo che il nostro centro vitale ed
energetico riconosca e riallinei tutte le energie del corpo e alla
fine il Cerchio Sacro, un bagno vibrazionale generato da tutto
il gruppo capace di rilassare anche le tensioni più profonde.
Alla fine dell'incontro ci porteremo a
casa una sensazione di profondo rilassamento e benessere e uno
strumento capace di accompagnarci all'incontro più importante,
quello con noi stessi.
Domenica 10 Febbraio, dalle 8,30 alle
12,30
SPAZIO INDACO – Rivergaro, Via don
Calderoni, 2
Costo € 40,00
Per info e prenotazioni: Gianluca Del
Bono 3475551560 – gianluca@latarta.it
– www.latarta.it
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