Il caso che riporto di seguito è
davvero particolare, in questi anni di attività è la terza volta
che mi accade una regressione di questo tipo. Sinceramente non so se
sia la memoria di una vita precedente anche se sembra che tutte le
memorie riportate abbiano un particolare carattere di chiarezza e di
precisione che non le fa sembrare sogni o immagini. In questo caso le
memorie appartengono ad una vita recente, vissuta nella stessa
famiglia della persona che ha fatto l'esperienza e le informazioni
avute da Silvia dai genitori sembrerebbero confermare i ricordi
apparsi durante la sessione.
Quello che è certo è che tali
“ricordi” sono collegati a schemi di movimento e a restrizioni
traumatiche che hanno trovato risoluzione con l'emersione degli
stessi.
SILVIA
Quando arriva, S. ha già fatto
parecchio lavoro, sessioni di Riberthing, costellazioni familiari e
non so cos'altro.
Sente il beneficio di tutto questo
lavoro ed è desiderosa di esplorarsi e di andare sempre più in
profondità.
Sente che ci sono ancora dei punti da
risolvere nel rapporto coi suoi genitori e nel rapporto col suo
attuale compagno.
I primi incontri ci servono per
inquadrare la sua situazione e le sue necessità, lavoriamo sul suo
sentirsi inadeguata e con le sue reazioni eccessivamente aggressive.
Poi decidiamo di dedicare qualche
incontro esclusivamente al craniosacrale per un problema di tinnito
che la infastidisce.
Dopo le prime due sessioni dedicate
alle fasce del collo e del viscerocranio si presenta uno schema di
movimento lungo la colonna con fulcro nel bacino.
Nella sessione successiva sono
sufficienti pochi minuti di ascolto del diaframma per far
ripresentare lo stesso schema, sono movimenti a scatti con una spinta
verso i piedi, è una dinamica che ricorda un processo di nascita.
Decido allora di vedere se è un trauma
di parto che si sta presentando, creo una barriera ai piedi in modo
che S. possa spingere. Lei accetta subito l'invito, prende la
posizione fetale e io l'aiuto formando un involucro con una coperta e
col mio corpo. Durante il processo si forma una domanda nella mia
mente che si fa strada a forza nella coscienza: “che ne è stato di
tuo fratello?” non so da cosa sia determinata, non abbiamo mai
parlato di fratelli, forse c'era un gemello in utero?
S. porta a termine il processo di
nascita, sembra trasformata, è radiante energia e luminosità anche
se abbastanza scombussolata. Condivido con lei la sensazione sulla
domanda che mi viene da farle anche se non so il significato del
pensiero che mi è venuto. La sua risposta è “la nonna (si
riferisce probabilmente alla mamma) si è mangiata un bambino” il
significato non è chiaro: un embrione che non si è sviluppato ed è
stato riassorbito? Un aborto nella storia familiare?
Alla fine della seduta S. ha nette
queste sensazioni, innanzitutto di non voler nascere, di essere molto
arrabbiata perchè si è sentita costretta alla nascita “ero così
arrabbiata che non ho parlato per tre anni” ricorda inoltre di
essere nata con la coda e che quel movimento della schiena le ha
liberato le sensazioni di un codino che ora le sembra libero di
muoversi.
La sera mi invia questo messaggio.
“Cavolo come mi sento bene! Spero
continui questo benessere!...”
La sessione successiva è dopo 2
settimane il tema che porta in sessione è la sua necessità di
indipendenza economica nei confronti del compagno, ha bisogno di
sentirsi libera e capace di sostenersi da sola. Iniziamo la sessione
con l'ascolto del diaframma respiratorio e dopo pochi minuti si
ripresenta lo schema dell'incontro precedente con contrazioni che
partono dal bacino, le contrazioni sembrano più nette e a scatti
della volta prima. Sono abbastanza sorpreso, pensavo che il processo
così intenso dell'incontro precedente avesse risolto questo schema.
Seguo le contrazioni che aumentano di
intensità e a un certo punto decido di bloccare il bacino;
all'inizio S. cerca di scaricare la tensione che si accumula verso le
gambe scalciando, poi diventa completamente rigida si aggrappa a me e
lancia un urlo strozzato. Con le mani sembra che voglia respingermi
e nello stesso tempo che si stia aggrappando e che mi voglia
trattenere. Una reazione così forte per un movimento che parte dal
bacino mi fa pensare al riemergere di una memoria di abuso sessuale,
ma mi sbaglio.
S. sembra più calma ma continua a
contrarsi con spasmi che sembrano spastici. Provo a chiederle cosa
stia succedendo. “Sono su una sedia a rotelle” mi risponde “lei
mi picchia con un bastone, è grossa, con un gran culone. Io non
posso muovermi né urlare.”
Ora sembra rilassarsi ma dopo qualche
minuto ricomincia ad agitarsi. “cosa sta succedendo?” le chiedo.
“è arrivato nonno Sandro, sono
contento, lui si prende cura di me” sembra tranquilla.
La interrogo: “quanti anni hai?”.
Mi risponde: “sono un maschio, ho 15 anni” allora le chiedo se se
la sente di spostarsi nel tempo, di andare a vedere quando è nata,
mi dice che era già paralizzata che è nata così. Poi mi parla
della sua vita, è quasi sempre solo in un letto, al buio
probabilmente è un sottoscala dove lo tengono nascosto, l'unico che
si prenda cura di lui è suo fratello, “nonno Sandro”, sono gli
unici momenti di felicità. Allora le chiedo di andare al momento
della morte, mi dice che si è addormentata e si è trovata libera
dal corpo e che stava benissimo. Il racconto continua: “sono rinata
per stare con lui, con Sandro, sono bionda con i ricci e le guance
rosse perchè a lui piacciono le belle donne”. Poi mi racconta
qualcosa dei suoi genitori e di quando nonno Sandro è morto, è
disperata “adesso che senso ha questa vita? Cosa resto qui a
fare?”.
Lentamente si calma, è pacifica e
luminosa. Tutta la stanza sembra luminosa, io mi sento espanso come
se potessi contenere l'intera stanza. Finiamo la sessione. Ora L. è
nel suo normale stato di coscienza. Mi dice che comprende un sacco di
cose, che nonno Sandro è morto che aveva sei anni e che lei pensava
“come farà ora la mamma senza il suo papà?”, capisce perchè ha
sempre desiderato essere un maschio e perchè per lei era così
importante avere un fratello. Mi dice che ogni volta che vede una
sedia a rotelle, fin da quando era bambina, il suo desiderio era di
salirci sopra che lì sopra lei si sentiva al sicuro e amata. Mi dice
anche che le persone disabili le hanno sempre fatto uno strano
effetto un effetto che fino ad oggi non aveva mai compreso, le ha
sempre ritenute persone speciali, molto fortunate. Mi dice che ora
comprende il significato di un sacco di cose nella sua vita.
Ora mi sento espanso e luminoso, ho la
sensazione che abbiamo toccato qualcosa di sacro e magnifico e so che
anche S. vive la stessa sensazione.