lunedì 18 marzo 2013

Qualche caso

Dolori inspiegabili, senso di stanchezza, irritabilità, ansia, insonnia, pianto immotivato.... sono tutti segnali di un trauma intrappolato nel corpo.
Ho deciso di pubblicare qualche caso perchè spesso questi segnali non sono letti in maniera corretta e pensiamo che la soluzione migliore sia soffocarli.
Se invece impariamo a riconoscere il trauma come un evento energetico in cui l'organismo non è stato in grado  di liberarsi di un eccesso di energia incamerata ed è stato costretto a immagazzinarlo nel corpo sotto forma di tensione possimo intervenire per liberarci dal dolore e dai sinntomi correlati.
Una delle maggiori cause di trauma sono gli incidenti stradali che purtroppo lasciano complicazioni che si manifestano anche anni dopo l'evento. Quelli che presento sono casi in cui al CranioSacrale ho aggiunto altre tecniche per la liberazione emozionale, infatti CS ci permette di lavorare senza dover per forza scatenare le tensioni emotive ma trovo che utilizzare queste tecniche permetta una più veloce risoluzione e per i clienti una migliore comprensione delle dinamiche che hanno creato il disagio.

"Quando affrontiamo una sessione di CranioSacrale dobbiamo avere ben presente che stiamo lavorando con una storia ricca di traumi e che quanto viene trattenuto nell'organismo ha grandi componenti emotive.
Il primo caso è quello di M. che ha avuto un incidente di macchina 8 mesi fa, era al volante con a fianco suo figlio e, ferma al semaforo, è stata tamponata da dietro da un'auto che sopraggiungeva.
Al momento, oltre allo spavento e a qualche dolore, sembrava non ci fossero particolari conseguenze.
Ora, dopo otto mesi, avverte dolore alle spalle, al collo, senso di aver perdutola stabilità, senso di allarme con perdita del sonno. E' arrabbiata col suo corpo perchè era un periodo che finalmente si sentiva bene e radicata ed è bastato un incidente da poco per farle perdere di nuovo l'equilibrio raggiunto.
Per lei avere un corpo finalmente libero dal dolore è essenziale in quanto le è necessario per la sua attività.
M. è una persona che ha già fatto molto lavoro su di sé, è insegnante di yoga, ha quindi un'ottima capacità di contattare il corpo ed esprimere le emozioni. Abbiamo già lavorato insieme in altre occasioni e ho quindi una intimità col suo sistema. Possiamo quindi procedere immediatamente lavorando sul nucleo del trauma, abbiamo a disposizione risorse sufficienti per avvicinarci al momento del trauma senza il pericolo di rimanerne intrappolati di nuovo.
In altro caso sarebbe stato necessario dedicare più incontri per preparare un terreno solido su cui lavorare.
Durante la sessione riusciamo a contattare la rabbia che è rimasta intrappolata nel suo sistema e a dirigerla nella giusta direzione, cioè verso la persona che ha causato l'incidente. Può esprimere la rabbia con urla e pugni su un cuscino. Chi l'aveva tamponata era un vecchietto, e la mente razionale di M. non poteva accettare un'emozione così forte rivolta contro una persona fragile, che oltre tutto si era dimostrata molto gentile e dispiaciuta dell'accaduto.
Liberata la rabbia che era l'emozione trattenuta di superficie abbiamo avuto accesso alla paura che è seguita all'incidente, in auto era col figlio, quindi c'era una forte preoccupazione che non si fosse fatto male e una forte paura che, a seguito del tamponamento, arrivassero auto dalle vie laterali che potessero colpirla ancora.
A questo punto la sessione si è svolta nel rallentare i tempi dell'incidente in modo che il suo sistema potesse scaricare l'energia assorbita, riprendere possesso del territorio (abitacolo della macchina) assicurarsi che non fosse accaduto nulla di grave a lei e a suo figlio, assicurarsi che le auto che arrivavano dalle vie laterali si fossero fermate e che non c'era più alcun pericolo.
Come ultimo passaggio della sessione le ho fatto rivivere l'incidente ma, questa volta, trovando una soluzione alternativa a quanto accaduto, questo ha provocato un'esplosione di gioia ed euforia. Dopodiché, con una musica dolce, l'ho lasciata libera di muovere il corpo nella stanza in modo che potesse riassestare il sistema fasciale e liberare la tensione rimasta.

La settimana successiva M. era molto sollevata, il dolore era praticamente scomparso e il sonno stava riprendendo il ritmo naturale, abbiamo fatto una sessione di CS per sciogliere le tensioni residue e liberare i tessuti, soprattutto il rachide cervicale, dagli effetti dell'incidente.
Appena ho appoggiato le mani sul collo tutto il sistema ha iniziato ad attivarsi, con forte mobilità degli occhi, tale attivazione è giunta inaspettata perchè pensavo di aver liberato il sistema dal trattenuto emotivo la settimana precedente. In pochi minuti diventava evidente che ci stavamo infilando in un vortice traumatico di forte intensità, la sensazione era che si stava presentando qualcosa di antico, la finalità della sessione era però di liberare i tessuti dall'effetto dell'incidente, ho quindi lasciato la presa e accompagnato M. nelle risorse finchè il sistema non si è tranquillizzato.
Abbiamo quindi ripreso la sessione di CS, ho dichiarato esplicitamente l'intento della sessione chiedendo a M., al suo inconscio, di non rientrare in quel trauma che si era presentato, che avremo potuto lavorare su quell'avvenimento in seguito, quando ci saremmo sentiti pronti per farlo.
La sessione è proceduta senza altri imprevisti.
A questo punto credo siano sufficienti una o due sessioni di CS per restituire al sistema l'originaria mobilità e benessere.
Alla fine ho chiesto cosa fosse successo, mi ha risposto che era qualcosa legato al parto e si era ricordata che la nonna le aveva detto che per aiutarla ad uscire aveva dovuto prenderla e tirarla per la testa.
È quindi probabile che il trauma al collo dovuto all'incidente sia stato collegato inconsciamente al trauma di nascita avvenuto anch'esso a livello del collo e che una volta liberato emozionalmente il primo il sistema abbia presentato il più antico. Essenziale è per l'operatore avere ben chiaro l'intento per non farsi trascinare in un vortice traumatico dietro l'altro, per dare al sistema il tempo necessario e un contenitore ricco di risorse sufficiente a dirigere la sessione."


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