lunedì 16 aprile 2012

ricevo da Ornella



“Sono stravolta. Sai cos’ho fatto ieri sera?
Ho chiamato tre mie amiche.
Ho mandato via mio marito e mio figlio.
Ho spostato il divano e il tavolo in soggiorno (sapevo che i vicini erano via), abbiamo fatto spazio.
Ci eravamo abbigliate per l’occasione: li vedi questi stivali? (mi mostra un paio di aderentissimi stivali rossi sfavillanti) Eh, adesso qua in ufficio li tengo giù ma l’altra sera li ho tirati su, sopra le ginocchia, con una bella minigonna.
Bene, tutto pronto… ho caricato un cd di musica anni 70.
Abbiamo ballato come delle matte, dio quanto abbiamo ballato. A un certo punto non c’ero più.. ero in un altro mondo. Non c’era più la mia vita di tutti i giorni… che roba!
Ma che bello, quanto abbiamo ballato.. e chiacchierato, e riso, e fumato e bevuto..
Stavamo così bene….  Senza menate, senza uomini… libere, vicine, che emozione, incontenibile!
Ah, ecco, io lo so che sono fatta per quello, ho bisogno di scatenarmi, esprimermi, esplodere! e di stare in mezzo a gente viva, leggera!
Sono nata per quello, lo so.
E pensare che normalmente faccio tutt’altro..”

Questa è Ernestina, una cinquantenne tutta pepe, addetta alla contabilità, uno dei lavori più usuranti per la vitalità di un essere umano.
Stamattina, mentre raccontava, i suoi occhi splendenti per cinque minuti hanno illuminato tutto l’ufficio.

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