In questa pagina le notizie del MONDONUOVO per imparare a vivere in maniera migliore e creativa
martedì 24 aprile 2012
venerdì 20 aprile 2012
a proposito di felicità
La domanda "ma io
sono felice?" è stata la chiave che ha permesso la svolta nella mia vita
ed ora è uno strumento che uso spesso con i miei clienti.
Chiedere: "ma tu sei felice? ti rende felice quello che fai?" ha spesso un potere devastante nella consapevolezza delle persone.
Tante volte la
domanda non è neppure compresa, persone che dedicano tutta la giornata
al lavoro, che guadagnano magari molti soldi e che però si sentono
vuote, oppure persone che si sono sposate e continuano a vivere con una
persona che non li interessa e spengono la loro passione mi guardano
come se fossi pazzo, come se la domanda non fosse pertinente.
“Siccome si fa così,
siccome quello è il modello anche io faccio così e la felicità sarà
sicuramente il risultato della mia capacità ad aderire al modello,
quindi sarò felice se riuscirò a fare più soldi, se riuscirò a fare
assomigliare il mio matrimonio alla casa del mulino bianco....”
potrei andare avanti un'ora con gli esempi, in un qualche modo ci siamo dentro tutti.
È necessario un
totale cambio di prospettiva ma non è semplice perchè aderire a un
modello non mi espone, non richiede un reale mettersi in gioco,
accettare di chiedersi “che cosa voglio io veramente?” può essere molto
pericoloso, può mettermi di fronte a scelte difficili, per cui non mi
sento pronto.
Ecco perchè
concedermi la domanda "ma io sono felice?" può essere così potente, mi
riporta immediatamente al presente, manifesta l'illusione di una
possibile felicità fuori da me, lontano da quello che io sono in questo
momento. Mi dà l'opportunità di contattare il buco, la mancanza.
L'unica via che
conosco per ritrovare la Felicità è permettermi di entrare nel buco,
sentire l'angoscia e la paura che si manifestano in questo contatto,
lasciare che queste forze mi mostrino la falsa immagine che ho di me,
sentire la delicatezza e la vulnerabilità nascoste da questa immagine e
lasciarla cadere. Allora accade qualcosa di straordinario, si apre lo
spazio, non so più chi o cosa sono, semplicemente sono. Sono felice e la
felicità non dipende da qualcosa che è fuori o dentro ma semplicemente
dall'essere.
martedì 17 aprile 2012
i cerotti contro il dolore
Stavo proprio ascoltando alla radio la pubblicità di uno di questi cerotti e mi saliva una certa incazzatura perchè te li presentano come una soluzione semplicissima e innocua al dolore, poi alla fine dello spot passa velocissimo il messaggio "è un medicinale, può avere controindicazioni anche gravi" che sembra quasi che sei uno sfigato se ti succede qualcosa.
Poi leggo la notizia qui sotto ed è evidente la pericolosità di certi prodotti, certo su un bambino gli effetti sono evidenti ed immediati ma non penso proprio che per gli adulti siano così insignificanti come vorrebbero far pensare.
Abbiamo una responsabilità verso il nostro corpo e la nostra salute, dobbiamo iniziare a difendereci dalla leggerezza di certe informazioni ed usare molta meno chimica per vivere bene.
11:22 17 APR 2012
(AGI) - Torino, 17 apr. - E' fuori pericolo di vita il bambino
entrato in coma ieri, a Cirie', per l'applicazione di un
cerotto antidolorifico. Il piccolo, ricoverato all'ospedale
Regina Margherita di Torino, ha iniziato ieri sera a svegliarsi
e a respirare da solo. Ora e' ancora in stato confusionale, ma
i medici pensano di trasferirlo gia' in giornata dal reparto di
Rianimazione. Il bambino, cui la nonna avrebbe applicato per
sbaglio il cerotto domenica sera (pensando si trattasse di un
comune cerotto) lo ha tenuto a contatto con la pelle per una
notte intera. Il cerotto rilascia gradualmente Fentanil, un
oppiaceo cento volte piu' potente della morfina, prescritto
solo ad adulti per il trattamento del dolore cronico. Per il
piccolo non dovrebbero comunque esserci conseguenze, anche se
la prognosi resta al momento riservata, in attesa della
valutazione delle prossime ore.
lunedì 16 aprile 2012
ricevo da Ornella
“Sono stravolta. Sai cos’ho fatto ieri sera?
Ho chiamato tre mie amiche.
Ho mandato via mio marito e mio figlio.
Ho spostato il divano e il tavolo in soggiorno (sapevo che i vicini erano via), abbiamo fatto spazio.
Ci eravamo abbigliate per l’occasione: li vedi questi stivali? (mi mostra un paio di aderentissimi stivali rossi sfavillanti) Eh, adesso qua in ufficio li tengo giù ma l’altra sera li ho tirati su, sopra le ginocchia, con una bella minigonna.
Bene, tutto pronto… ho caricato un cd di musica anni 70.
Abbiamo
ballato come delle matte, dio quanto abbiamo ballato. A un certo punto
non c’ero più.. ero in un altro mondo. Non c’era più la mia vita di
tutti i giorni… che roba!
Ma che bello, quanto abbiamo ballato.. e chiacchierato, e riso, e fumato e bevuto..
Stavamo così bene…. Senza menate, senza uomini… libere, vicine, che emozione, incontenibile!
Ah,
ecco, io lo so che sono fatta per quello, ho bisogno di scatenarmi,
esprimermi, esplodere! e di stare in mezzo a gente viva, leggera!
Sono nata per quello, lo so.
E pensare che normalmente faccio tutt’altro..”
Questa
è Ernestina, una cinquantenne tutta pepe, addetta alla contabilità, uno
dei lavori più usuranti per la vitalità di un essere umano.
Stamattina, mentre raccontava, i suoi occhi splendenti per cinque minuti hanno illuminato tutto l’ufficio.
lunedì 2 aprile 2012
Iscriviti a:
Post (Atom)